Giornata Internazionale contro l'Omo-Bi-Transfobia 2021
L'omo-bi-trans-fobia fa ammalare
Discriminare le persone per il loro orientamento affettivo, sessuale e/o di genere può farle ammalare.
Si chiama "omofobia interiorizzata" perché, immerse in una società che non le riconosce o le attacca, le persone non eterosessuali, transgender e/o non binarie rischiano di identificarsi con i pregiudizi negativi di cui sono vittime e di credere di non poter avere gli stessi diritti degli altri (come sposarsi o essere genitori).
Questa situazione può portare ad una serie di veri e propri sintomi come: stress cronico, ansia, depressione, senso di colpa e/o vergogna, bassa autostima, minore apertura sociale, abuso di sostanze, comportamenti sessuali a rischio...
Tale sofferenza non è in alcun modo legata all'orientamento sessuale e/o di genere in sé, ma è dovuta all'interiorizzazione dello stigma associato alla presunta "non conformità".
Dunque, combattere l'omo-bi-trans-fobia non è solo una questione di rispetto e inclusione, ma di salute.
E quando diventa troppo, ricordate che potete chiedere aiuto.
Sembra scontato, ma non lo è: ci sono ancora tante persone che non chiedono aiuto per paura di incontrare un professionista che le giudichi, le rifiuti o le confermi nell'atroce dubbio di essere “malate”.
Come riconoscere un* professionista LGBTQIAP+ friendly
- Accoglie e riconosce l'orientamento affettivo, sessuale e/o di genere della persona, come possibile variante dell'esperienza umana;
- Aiuta la persona ad affrontare ciò che le impedisce di esprimere pienamente la propria affettività, sessualità o identità di genere;
- Supporta nella realizzazione di un progetto di vita personale e autentico (ad es. come individuo, a livello familiare, nella coppia, verso la genitorialità, ecc.).
Infine, ciò che un* professionista in nessun caso può o deve fare: proporsi di curare o riparare la condizione non eterosessuale, transgender o non binaria. Le cosiddette "terapie riparative", cioè quelle terapie che pretendono di modificare l'orientamento affettivo, sessuale e/o di genere di una persona, non hanno alcun fondamento scientifico.
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L'omo-bi-trans-fobia fa ammalare
e non cambierà senza il sostegno di tutt*.
Oggi, come ogni giorno accanto a tutte le persone - e le famiglie! - LGBTQIAP+ che ancora devono scontrarsi con tutte le forme di discriminazione verso il loro orientamento
affettivo, sessuale e/o di genere.