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Scrivere fa bene


Scrivere fa bene.

Scrivere di sé può arrivare a fare benissimo sia a livello personale che interpersonale.

Lo testimoniano tanto le variegate forme di letteratura autobiografica (ma in effetti..."quale libro non può dirsi autobiografico?"), quanto le innumerevoli pagine a cui - magari solo qualche volta - abbiamo segretamente affidato oneri e onori delle nostre vite.

Questo, a mio avviso, il cuore dell'incontro "Scrivere fa bene: il potere della scrittura autobiografica" tenutosi lo scorso 19 novembre a Milano nell'ambito della più ampia cornice di Bookcity, nonché l'idea alla base del progetto editoriale di Do it human - agenzia di comunicazione e casa editrice indipendente fondata da Diego Leone e Alberto Manieri.

Diego e Alberto, insieme agli autori Assunta Corbo ("Dire, Fare...Ringraziare"), Fabio Marelli ("Castelli di carte"), Veronica Barsotti ("Volevo essere bionda") e alla dott.ssa Marzia Cikada (psicologa e psicoterapeuta) hanno raccontato, ognuno dalla propria prospettiva professionale e di vita, il potere trasformativo e curativo della scrittura.

Scrivendo, infatti, Assunta ha scoperto nella gratitudine una modo per vivere in maniera più presente ed affrontare le sfide della quotidianità; Fabio ha recuperato un pezzo della sua storia, per poi riuscire a comunicare in maniera nuova e più integrata chi è e chi è stato; Veronica, con penna e irrinunciabile autoironia, è riuscita a liberarsi di quelle che credeva le sue aspirazioni e così ad incontrarsi e raccontarsi con maggiore autenticità.

A Marzia invece, abituata ad usare la scrittura come strumento conoscitivo e terapeutico (ad esempio in Scrittura Nuda, dove ritroviamo anche Veronica), il compito di raccogliere le singole esperienze e di trattarle da un punto di vista più generale. In questo senso, scrivere permette di dare forma e di costruire significati, aiuta a ricordare e a tenere traccia, a prendere le distanze e a cambiare prospettiva, a sentirsi maggiormente "in controllo" e perfino a trovare risorse insospettabili.

In altre parole, scrivere può contribuire a stimolare la famosa "resilienza", ossia la capacità di rispondere in maniera funzionale alle difficoltà. Analogamente numerosi studi hanno evidenziato come, soprattutto nelle culture che incoraggiano ad esternare i problemi personali, lo scrivere di eventi dolorosi o traumatici - attivando meccanismi quali l'espressione emotiva - sia associ a livelli più bassi di stress, ansia, depressione e a maggiori livelli di salute mentale.

In conclusione: sì, scrivere fa bene, ma la vera notizia è che no, non bisogna essere dei professionisti per farlo e apprezzarne i benefici. Anzi, se la si sceglie, la scrittura può essere esercitata ed affinata esattamente come altre pratiche: negli studi citati, le sessioni prevedevano circa 20 minuti al giorno. Nulla vieta però di sperimentare a propria volta! Al mare, in montagna, da soli o in compagnia...l'importante è essere disposti a mettersi in gioco. In bocca al lupo!

Bibliografia

Knowles, E. D., Wearing, J. R., & Campos, B. (2011). Culture and the health benefits of expressive writing. Social Psychological and Personality Science, 2(4), 408-415.

Pennebaker, J. W., & Chung, C. K. (2007). Expressive writing, emotional upheavals, and health. Handbook of health psychology, 263-284.

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