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Realtà Virtuale per una cura reale: TOMMI, un gioco per stare meglio in ospedale


DISCLAIMER. Questa intervista, così come #giovedigital, nasce dal desiderio di esplorare il mondo della salute digitale e di sondare quali connessioni esistano o si possano creare tra chi si occupa di psicologia e chi invece di innovazione per la salute. Beh, cosa fate voi quando non sapete qualcosa? Provate a chiedere, no?

Ne ho parlato con Valentino Megale, CEO di Softcare Studios, la startup tutta italiana che meno di due anni fa ha ideato TOMMI: un gioco che sfrutta la realtà virtuale per aiutare i più piccoli ad affrontare il percorso di cura legato alle malattie oncologiche.

Ciao Valentino, grazie per la tua disponibilità. Come è nato TOMMI e qual è il suo obiettivo? TOMMI è nato a fine 2016 da un team orgogliosamente multidisciplinare già in parte formatosi all'interno di OPEN BIOMEDICAL INITIATIVE, un’associazione impegnata a livello globale nello sviluppo e nella distribuzione di supporti biomedici in open-source, dunque accessibili a tutti. Dopo aver vinto l’edizione 2016 di Merck for Health a Roma, abbiamo avuto la possibilità di partecipare al nostro primo Acceleration Program in Germania. Adesso invece ci troviamo a Houston, dove insieme al Texas Medical Center stiamo continuando a testare e a consolidare il nostro progetto. La cosa bella è che questi test coinvolgeranno anche due ospedali italiani: il Bambin Gesù di Roma e prossimamente il Regina Margherita di Torino. TOMMI si propone di migliorare la cosiddetta aderenza alle terapie oncologiche, fornendo uno strumento utile a ridurre il dolore percepito, abbassare i livelli di ansia e a sostenere emotivamente il paziente, favorendo anche il mantenimento della relazione con il caregiver attraverso, ad esempio, sessioni di gioco collaborative. Tutto questo misurando alcuni parametri relativi al gioco e alla terapia in corso, che risultano utili al personale medico-sanitario. Inoltre, stiamo anche lavorando per implementare dei meccanismi di machine learning (apprendimento automatico) al fine di personalizzare via via il tipo di gioco in base alle specificità del singolo paziente.

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Cosa è la Realtà Virtuale?

Il termine realtà virtuale (VR) fa riferimento alle esperienze multisensoriali (visive, uditive e tattili) che avvengono in situazioni o ambienti generati da un computer.

Tali esperienze, definite immersive proprio perché altamente coinvolgenti, sono generalmente mediate da dispositivi indossabili (visori, cuffie, guanti) dotati di sensori in grado di tracciare e monitorare – in maniera sicura – i livelli di coinvolgimento e quindi interattività di chi le sta sperimentando. Così immersa, la persona è naturalmente portata a concentrare la maggior parte delle proprie (limitate) risorse sull'esperienza che sta vivendo, sottraendone alla capacità di processare altri stimoli, come ad esempio quelli dolorosi. Per tale motivo, la VR sta trovando grande applicazione in ambito medico-sanitario, dove spesso vi è la necessità di spostare l’attenzione del paziente per diminuire la percezione di dolore.

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Davvero molto interessante. Dato che TOMMI si propone di agire come strumento di supporto durante il trattamento oncologico, avete collaborato anche con psicologi? Sì, l’idea è stata portata avanti con l’aiuto degli psico-oncologi del Bambin Gesù di Roma. C'è tuttavia ancora molto lavoro da fare in quanto le tecnologie digitali e il loro potenziale non sono sempre così diffusamente note e immediate al personale medico, cosa che in alcuni casi può generare diffidenza e pregiudizi. La vera sfida in questo caso consiste quindi in una migliore comunicazione, al grande pubblico come al personale clinico.

La resistenza che riscontrate è cruciale, nonché il motivo che mi ha portata ad interessarmi di salute digitale e a lanciare #giovedigital, per cui…te lo devo proprio chiedere: che tipo di richieste fareste agli psicologi?

Credo che avremmo bisogno della vostra consulenza, al fine di digitalizzare conoscenze e competenze che voi avete da anni: ad esempio, quali e come costruire scenari che portino al benessere?

Bambino con visore per realtà virtuale
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